Massimo Zona nasce a Roma, da madre professoressa di lettere al liceo classico e padre ufficiale di Marina.
Dopo il diploma ottenuto al liceo Virgilio di Roma, si laurea in Giurisprudenza e vince un concorso di commissario della Polizia di Stato. Vi rinuncia per entrare in una multinazionale petrolifera che gli permetterà di girare Italia, Europa e America.
Coltiva intanto il suo amore originario per la scrittura, arricchendo la sua passione con preziose esperienze di vita.
Forse rimpiange di aver rinunciato a una vita ancor più movimentata, che la professione di commissario gli avrebbe assicurato, ma di certo non si crogiola nell’inerzia: a 45 anni, al culmine delle potenzialità professionali nell’azienda in cui lavora, abbandona tutto per fondare un’agenzia commerciale di supporto all’attività delle multinazionali del petrolio, dimettendosi da dirigente e iniziando un lavoro in proprio.
Oggi, nell’azienda, lavorano tutti e tre i figli e la moglie dello scrittore, libero finalmente di dedicarsi totalmente a quel che più gli piace: scrivere.
Massimo Zona Il risveglio di mauro
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Massimo Zona

Caro Massimo, raccontaci un po’ più di te…

Qual è stato un momento della tua vita in cui ti sei messo fortemente in discussione, ma ne sei uscito più forte di prima?

La staticità non fa parte della natura umana o quanto meno non della mia. Anche quando ho avuto la possibilità di stabilizzare la mia vita, proseguendo su una linea che pareva chiara e indiscutibile, ho scelto di fare un passo nell’ignoto. Dopo essere diventato dirigente di una multinazionale del petrolio ho voluto credere nelle mie potenzialità, investendo le mie energie nella creazione di un’azienda in cui, attualmente, lavora felicemente anche la mia famiglia.
Non ho permesso alla paura di frenare i miei passi e adesso posso dedicarmi a tempo pieno alla scrittura, ma questo non significa bighellonare con una penna in mano aspettando che arrivi l’ispirazione. Normalmente mi alzo molto presto, in genere prima delle 6:00, provvedo alla cura dei mie due cani, Manfred, pastore tedesco di due anni, e Chanel, una maremmana di più di dieci anni. Verso le nove è la volta del piccolo pollaio: una quindicina di galline ovaiole; tre oche bianche e qualche polletto.
Subito dopo mi metto alla scrivania e le parole prendono vita.

Quali sono state le recensioni che più ti hanno motivato?

Ancor più emozionante che stringere fra le mani il proprio libro appena stampato, c’è la felicità di costantatare che sì, qualcuno ha davvero speso un po’ del suo tempo per leggerlo e darti sinceramente il proprio parere.
Entrambe queste recensioni sono arrivate tanto inaspettate quanto gradite.
Nel suo blog “Questione di libri, Clarissa Neri scrive a proposito di Rosso Teatro: “Mai come in questa occasione, mi ha colpita il fatto che, se non avessi un blog letterario, non sarei mai entrata in contatto con determinati libri. Perché sì, se non avessi deciso di intraprendere questa avventura, sono praticamente certa che non avrei mai conosciuto Mauro Baveni. E con eguale sicurezza, so che mi sarebbe dispiaciuto non poco, perché Mauro e la sua storia mi hanno coinvolta in un modo che, sinceramente, non credevo possibile. In un modo in cui, in tutta onestà, non mi ero nemmeno concessa di sperare.”
Altrettanto significative sono le parole di Michele Daddi nel suo blog Angolo di Michele: “Ma c’è una parte del romanzo che mi ha particolarmente colpito ed in cui mi sono ritrovato per mie vicende personali, essendo anch’io divorziato e padre, a somiglianza di Mauro, di tre figli. Ovvero quella in cui Mauro riceve una lettera dal figlio Mariano, il cui testo riporto qui di seguito integralmente, giacchè, oltre ad essere di per sé molto bella, è anche, perlomeno così è apparsa a me, toccante. Non lo nascondo e non mi vergogno a dirlo, mentre scrivevo mi è venuto più volte un groppo alla gola tanto mi sono riconosciuto nella situazione.”

Cosa rappresentano per te i tuoi libri?

I miei libri rappresentano per me quello che sono oggi, libero finalmente di esprimermi senza l’assillo di dovere giornalmente provvedere a mandare avanti una famiglia numerosa come la mia (moglie e tre figli, due femmine e un maschio), tutti coinvolti a tempo pieno nell’attività dell’agenzia. Indipendentemente dalla situazione in cui mi sono trovato e dagli impegni improrogabili, non ho mai smesso di amare la libertà e le infinite possibilità che questo mondo di carta e inchiostro dona a chi sceglie di avvicinarsi ad esso.