…Chi ha calpestato dimmi
il tuo destino…
Massimo Zona
Forse ne ricorderete il nome, forse avrete già letto la poesia di cui andrò a parlarvi, ma un breve richiamo alla memoria non fa mai male ecco dunque “Hylan“
Dimmi, piccolo Hylan,
dei sogni da bambino,
stringendo forte di tua madre il collo,
sognavi forse un campo
sterminato
di papaveri pieno e fili d’erba
senza il frastuono delle bombe intorno,
o di grida di madri disperate
e correre felice tutto il giorno.
Chi ha calpestato dimmi
il tuo destino
ch’era quello di crescere beato
coi tuoi diritti intatti di bambino.
Son forse anch’io tra quelli
e sento il peso addosso,
sulla nostra coscienza,
incapaci ancora di reagire
al mostro odierno dell’indifferenza.
E tu sta lì a dormire,
col mare che ti fatto da coperta
accarezzando dolce la tua schiena
e il sole che ha provato a riscaldare
i tuoi capelli
e il freddo letto di una fredda rena.
Dedicata ad un piccolo angelo volato via troppo presto, questa poesia ha già riscosso il favore del pubblico classificandosi terza al Concorso Nazionale di Poesia Vincenzo Galluzzi, ma sono felice di aggiungere un ulteriore riconoscimento: il presidente della giuria Anna Maria Crisafulli Sartori e il presidente di Sicilia Esperantista Giuseppe Campolo hanno premiato “Hylan“, posizionandola al primo posto del concorso letterario “Poesia da tutti i cieli 2019“.
Ella Imbalzano, titolare della Cattedra di Italiano e Latino in numerosi Licei, insegnante di Lingua e Letteratura italiana contemporanea nell’Università di Messina, critica letteraria e autrice per Bompiano, Mondadori e Feltrinelli ha motivato la decisione di premiare “Hylan” con le seguenti parole:
[…] Il dosaggio composto del lessico, privo di sfrangiature, guida il dolore partecipe dell’autore verso le distese sequenze di una microstoria sconosciuta, di un destino calpestato e di diritti negati, ricostruita nell’immaginario, e sottoposti a un giudizio che può sciogliersi nella pietà. In questa cronaca della morte di un innocente v’è posto anche per la fuggitiva presenza della madre […] e per l’impennata dell’indignazione che fortunatamente non va oltre il grido contro il “mostro dell’indifferenza”, ma è l’incipit di alcune note di serenità: il mare che fa da “coperta” al corpo del bambino e il sole che prova a “riscaldare” i capelli.